Lotta al virus, non alla privacy

Tra le molte divisioni nella comunità scientifica e ancor più tra i governi sul metodo più efficace per contrastare la pandemia, una delle poche certezze è costituita dall’uso delle tecnologie di tracciamento per coniugare la sicurezza delle persone con una ripresa delle attività economiche che non può attendere ancora molto.

La diffusione massiva degli smartphone, dotati di apparati radio e sistemi di geolocalizzazione precisi e affidabili, rende infatti possibile creare sistemi potentissimi per ricostruire gli spostamenti a livello individuale e aiutare così a contenere la diffusione del virus.

 

Un’esigenza che si scontra però con quella della privacy, tutelata a livello normativo ed essenziale da garantire per fare in modo che gli strumenti messi a disposizione siano davvero efficaci, in quanto utilizzati senza timore da parte di milioni di utenti sempre più attenti all’importanza dei dati personali.

I protagonisti del settore tecnologico sono già scesi in campo per mettere a disposizione di sviluppatori e istituzioni piattaforme tecnologiche in grado di assicurare precisione e un livello di privacy ottimale, così come di risolvere un altro problema, ovvero la frammentazione dei sistemi tecnologici a partire dai due colossi del settore, Apple e Google.

Un team internazionale di esperti e ricercatori guidato dal Professor Ramesh Raskar del Mit Media Lab del Massachusetts Institute of Technology è impegnato nello sviluppo di Mit Safe Paths, un set di piattaforme e strumenti digitali open source che può aiutare a fronteggiare la diffusione del virus mettendo però in primo piano la tutela della privacy individuale.

Il progetto, al quale prendono parte alcuni ricercatori italiani, partecipa a Innova per l’Italia, l’iniziativa del governo italiano tramite Mid, Mise e Miur insieme a Invitalia che invita aziende, enti e centri di ricerca, università e altri soggetti pubblici e privati a proporre, attraverso le proprie tecnologie, un contributo nell’ambito dell’emergenza sanitaria Covid-19 sull’intero territorio nazionale.

La piattaforma Safe Paths comprende una app per smartphone, PrivateKit, già disponibile anche in italiano per iOS e Android e scaricabile da Google Play Store e Apple App Store, e un’applicazione web denominata Safe Places. Una volta scaricata sul cellulare e attivata, PrivateKit consente di confrontare il diario personale delle localizzazioni salvate sul proprio dispositivo con la cronologia delle posizioni dei soggetti contagiati – aggregate, in forma anonima e oscurate. La app combina i dati del segnale Gps e Bluetooth per permettere all’utente dello smartphone di controllare con precisione se è stato esposto al contatto con qualcuno risultato successivamente positivo, per quanto tempo e quando, ma non rivela in alcun modo dove e con chi.

Grande attenzione alla privacy anche da parte di Apple e Google, che hanno comunicato di stare lavorando a una piattaforma che consentirà l’interoperabilità tra smartphone Android e iPhone per lo scambio di dati in forma anonima.

La piattaforma utilizzerà in un primo momento la tecnologia Bluetooth per lo scambio di dati tra gli utenti, così da avvertire in caso di contatto con utenti positivi al Covid. La piattaforma, che evolverà, sarà messa a disposizione di sviluppatori e autorità sanitarie ma non sarà un’app pronta per il download.

Fonte: www.federprivacy.org