Consenso privacy minorenni: chi lo dà?

Quando serve l’autorizzazione dei genitori per il trattamento dei dati personali dei ragazzi e da quale età si è autonomi per dare il consenso

Ormai siamo abituati: qualsiasi cosa si debba fare, dalla tessera del supermercato al contratto della telefonia, dall’esame del sangue all’acquisto di un computer, ci viene chiesta l’ormai mitica «firma per la privacy», cioè per il trattamento dei nostri dati personali. Lo stesso succede quando si fa un’operazione online: la procedura non si conclude se non hai spuntato la casellina in cui affermi di aver letto l’informativa sui dati personali (cosa che non fa mai quasi nessuno). Se, però, il consumatore o l’utente interessato non ha ancora 18 anni, può acconsentire autonomamente al trattamento dei suoi dati? Il consenso per la privacy dei minorenni, chi lo dà?

Occorre far riferimento al Regolamento generale sulla protezione dei dati personali, il cosiddetto Gdpr, promulgato dall’Unione europea il 25 maggio 2018 , recepito dall’Italia quattro mesi più tardi . Tale normativa stabilisce il limite di età al di sopra del quale un cittadino può prendersi la responsabilità di autorizzare il trattamento dei dati personali e al di sotto del quale c’è bisogno dell’intervento di un genitore o di chi ne fa le veci.

Il Regolamento non si limita a precisare chi dà il consenso per la privacy dei minorenni ma spiega anche come deve essere richiesta l’autorizzazione quando ci vanno di mezzo dei ragazzini ed in quali casi c’è bisogno del consenso esplicito.

Ecco, allora, che cosa dice il Gdpr in proposito e com’è l’Italia si è allineata al Regolamento.

Privacy dei minorenni: cosa dice l’Europa

La normativa di riferimento, dunque, sul consenso per la privacy dei minorenni è il Regolamento generale sulla protezione dei dati personali, il Gdpr approvato dall’Unione europea che, tra le tante altre cose, fissa dei punti ben precisi per la tutela dei dati personali di chi non ha ancora compiuto i 18 anni.

Uno di questi «paletti» fissati dal Gdpr riguarda, appunto, l’età in cui una persona può autonomamente dare il consenso al trattamento dei dati. L’articolo 8 del Regolamento fissa l’età minima in cui, a tal fine, un cittadino non è più considerato un minore è 16 anni. Tuttavia, l’Ue dà la possibilità agli Stati membri di modificare questo limite al ribasso, purché non lo si collochi al di sotto dei 13 anni. Significa che se occorre dare un consenso che interessa un bambino o un ragazzino non ancora tredicenne, ci vuole l’intervento di chi ha la responsabilità genitoriale su di lui.

Il Gdpr sancisce anche la necessità di spiegare in modo chiaro e comprensibile il modo in cui vengono raccolti i dati personali dell’utente minorenne. Bisogna, cioè, fare in modo che la persona sia correttamente informata, che capisca quello che sta facendo. Occorre specificare come verranno utilizzati i suoi dati.

Fonte: www.laleggepertutti.it